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MAGNETOTERAPIA

È stato appurato che una cellula "sana" è dotata di una membrana cellulare con una carica elettromagnetica pari a 0,8 microvolt. Se per qualche ragione si dovesse verificare una perdita di elettroni si avrà una diminuzione di tale valore e in mancanza di un qualche intervento esterno la carica diminuirà progressivamente fino al decesso della cellula stessa (al di sotto dei 0,2 mV).

È a causa di questo meccanismo che a volte l'organismo s'indebolisce fino ad ammalarsi. Un possibile rimedio sarà quello di bloccare e bilanciare la perdita di elettroni applicando, ad esempio, l'energia magnetica negativa di un magnete permanente.

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L'applicazione dei magneti per i traumi che possono aver provocato la rottura di parte delle fibre di sostegno come il derma, le articolazioni, i tendini e le ossa, stimola (attivandole), le cellule matri­ci fibroblasti (presenti nel sangue) che producono collagene ed elastina, cioè le fibre che compongono il derma, le articolazioni, i tendini e le ossa, quindi gli elementi di riparazione di quei tessuti (nelle fratture accelera la formazione del callo osseo). Allo stesso modo, per i muscoli vengono attivate le mioblasti, cioè le cellule che producono fibre muscolari.

 

Concludendo, ripristinando mediante l'applicazione del polo negativo del magnete l'originario equilibrio elettromagnetico cellulare (cellula "sana") e disponendo dei benèfici effetti sopra descritti, avremo effettuato la rigenerazione delle cellule danneggiate, quindi il recupero della piena funzionalità.

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